Dalle parole ai fatti

“Negli ultimi mesi abbiamo visto che le parole hanno fatto danni: i tassi sono saliti per le famiglie e le imprese. Ora stiamo aspettando i fatti. I fatti sono la legge di bilancio e la successiva discussione in Parlamento”. così il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. Parole pesanti che arrivano nel giorno in cui da Pierre Moscovici, commissario Ue per l’economia, arriva un monito rivolto proprio all’Italia. “Serve un bilancio credibile” dice il commissario francese che ha espresso la sua preoccupazione per l’ondata populista che sta travolgendo l’Europa. Ma il Ministro dell’Interno Matteo Salvini non ci sta e replica: “Il commissario Ue Moscovici, anzichè censurare la sua Francia che respinge gli immigrati a Ventimiglia, ha bombardato la Libia e ha sforato i parametri europei, attacca l’Italia e parla a vanvera di tanti piccoli Mussolini in giro per l’Europa. Si sciacqui la bocca prima di insultare l’Italia, gli Italiani e il loro legittimo governo”. Gli fa eco anche il vicepremier Luigi Di Maio, che ha parlato di atteggiamenti «insopportabili» da parte di alcuni commissari europei. Oggi è stata anche la giornata del via libera del Consiglio dei ministri al decreto “urgenze” – su Genova, Ischia e Centro Italia – e al decreto “concretezza”. Intanto a Bruxelles il commissario Ue Dimitri Avramopoulos è nuovamente intervenuto sulla questione migranti “Chi dice ai cittadini che la sfida dell’immigrazione sparirà  se si erigono dei muri o se si intraprendono iniziative isolate non europee, non solo sbaglia, ma non è neppure sincero e onesto con i propri cittadini. Solo l’Unione più forte e più unita può far fronte a tutte queste sfide assieme” ha dichiarato. Questi gli argomenti affrontati da Donato Bendicenti con i suoi ospiti Mario Sechi (List) e Alessandro Campi (storico).

La visione di Juncker

“L’Europa non sarà mai una fortezza che volta le spalle al resto del mondo” così il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, l’ultimo del suo mandato.Juncker ha prefigurato da un lato il rafforzamento della guardia costiera e di frontiera europea “fino a 10mila unità da qui al 2020 ed un’agenzia europea per l’asilo”, dall’altro la necessità di una nuova alleanza tra Europa e Africa per investimenti sostenibili e occupazione. Ma Strasburgo oggi non ha visto solo il discorso di Juncker. Sanzioni nei confronti dell’Ungheria da una parte e copyright dall’altra hanno caratterizzato questa intensa giornata europea. Dopo il discorso di ieri al Parlamento Europeo nel quale Orban ha ribadito le sue posizioni, oggi l’assemblea ha approvato con 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti la risoluzione di Judith Sargentini, chiedendo di aprire la procedura prevista dall’articolo 7 del Trattato in caso di violazione dei diritti fondamentali come democrazia, Stato di diritto e diritti umani.Ora la palla passa al Consiglio Europeo dove serve il voto unanime di tutti gli stati membri e considerata la posizione di alcuni stati come la Polonia, la strada è tutta in salita. Via libera anche per la nuova direttiva sul copyright approvata con 438 sì, 226 no e 39 astenuti. E se il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani parla di vittoria contro le fake news e maggior tutela e libertà per i cittadini, non è dello stesso avviso il vicepremier Luigi Di Maio che in suo post su Facebook prefigura uno scenario orwelliano, con l’introduzione della censura dei contenuti degli utenti su Internet.

Intanto alla Camera votata la fiducia al milleproroghe tra le polemiche del Partito Democratico che hanno portato ad una sospensione dei lavori in aula con il conseguente annullamento del question time del presidente del Consiglio Giuseppe Conte previsto nel pomeriggio. Già in mattinata Conte aveva riferito al Senato sul caso Diciotti, ribadendo come l’Italia sia stata lasciata sola e sottolineando le mancanze dell’Europa e la colpevolezza di Malta nella gestione del problema. Intanto dopo le tensioni di questi giorni tra il ministro dell’Interno Salvini e la magistratura, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rimarcato come nessuno sia al di sopra della legge e che i giudici sono legittimati dalla Costituzione. Questi gli argomenti affrontati da Donato Bendicenti con i suoi ospiti Adriana Cerretelli (Il Sole 24 Ore), Ignazio Corrao (Movimento 5 Stelle) e Simona Bonafè(Partito democratico).

La versione di Orban

Domani il Parlamento dell’Unione Europea è chiamato a votare per rendere operativo l’articolo 7 del Trattato sul rischio di grave violazione dello Stato di diritto. Strasburgo voterà sulle sanzioni nei confronti dell’Ungheria per aver deciso di non accogliere gli immigrati. Il premier ungherese Viktor Orban parlando all’Europarlamento si è difeso così: “Non accettiamo ricatti, difenderemo le frontiere dell’Ungheria s e necessario anche contro l’Europa”. In Italia è acceso il dibattito sul voto e il governo si spacca. La Lega ha deciso di difendere il premier Viktor Orbán e di votare contro l’avvio della procedura di intervento, mentre il Movimento 5 Stelle è a favore delle sanzioni. A fianco del Carroccio anche Forza Italia.
Donato Bendicenti ne ha parlato con Alessandra Mussolini (Partito Popolare Europeo), Elly Schlein (Possibile/S&D), Mara Bizzotto (Lega) e Michela Giuffrida (Partito democratico)