L’equivoco

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lancia l’allarme sullo spread: “Le conseguenze possono essere gravi”. E sottolinea: “il rischio sovrano ricade sulle famiglie italiane”.
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, sottolinea che lo spread “non è giustificato” se si guarda ai fondamentali dell’economia italiana. Tria tira dritto e ribadisce che non c’è alternativa al deficit: “il costo del non deficit non ce lo possiamo permettere ne’ economicamente ne’ socialmente. Siamo convinti che il costo del deficit sia sostenibile e responsabile”. Per il ministro dell’economia la manovra ha il duplice obiettivo di contrastare il rallentamento della ripresa e di stimolare la crescita con il rilancio degli investimenti pubblici. L’obiettivo della legge di bilancio è quello di ridurre e colmare il gap di crescita con il resto dell’area dell’euro.
“Il deficit previsto non aumenterà anche in caso di minor impatto della manovra perché’ basato sulle previsioni di crescita tendenziale del Pil”, sottolinea Tria. Inoltre il ministro ha ribadito a chiare lettere: “Il governo non intende uscire dall’Europa e dall’euro. Non è mai accaduto che quando un paese europeo ha deviato dalle regole fiscali europee si sia discusso della volontà di appartenenza dei Paesi all’euro”.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Alvise Maniero Movimento 5 Stelle, Mattia Mor Partito Democratico e Massimiliano Panarari comunicazione politica LUISS Roma

Deal or no deal

Mancano meno di sei mesi all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Molte le domande: cosa cambierà  per chi va a studiare a Londra e per le aziende? Tante le domande  e molte le incertezze. Standard & Poor’s ritiene che una eventuale Brexit senza un accordo tra Ue e Londra farebbe scivolare il Regno Unito in uno scenario di “moderata recessione con più basse prospettive di crescita a lungo termine”. Si stima “una perdita economica di circa il 5,5% del Pil su tre anni” rispetto a un divorzio da Bruxelles concordato. Intanto dal cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond è stato presentato il budget dove si dice “addio” all’austerity. Il 29 marzo è una data importante. In caso i negoziati per la Brexit fallissero la Commissione europea “agirà rapidamente” per fronteggiare il rischio per il funzionamento dei mercati finanziari considerando che a Londra viene trattata la maggior parte delle transazioni mondiali di contratti derivati. Donato Bendicenti ne ha parlato con Giovanni Sanfelice  Presidente Business Club Italia e Barbara Casu Lukac  Cass Business School Londra

Finale di partita?

Fine dell’austerity. Lo ha annunciato il cancelliere dello scacchiere britannico, Philip Hammond, nell’illustrare oggi alla Camera dei Comuni l’ultima manovra finanziaria prima della formalizzazione della Brexit di fine marzo a nome del governo conservatore di Theresa May. Hammond ha difeso i fondamentali dell’economia del Regno con la disoccupazione ai minimi. Il cancelliere ha parlato di miracolo britannico dell’occupazione. Inoltre con la crescita che continua, si è detto convinto che un accordo sulla brexit sarà trovato e ha giustificato “la dura politica di bilancio” degli ultimi 8 anni come “non ideologica”, ma giustificata dalle necessità imposte dalla “recessione ereditata” dai governi laburisti. Anche le stime di crescita fanno ben sperare. Questi i numeri. Nel 2019, anno della Brexit, secondo quanto indicato il cancelliere dello Scacchiere (ministro delle Finanze), Philip Hammond, il Pil del Paese salirà dell’1,6% e non dell’1,3% della precedente stima. Parlando alla Camera dei comuni, Hammond ha citato le cifre fornite dall’Office for Budget Responsability (Obr), l’organismo pubblico incaricato delle previsioni ufficiali. Un ottimismo anche per i prossimi anni con previsioni di un +1,4 nel 2020 e 2021, dell’1,5 nel 2022, dell’1,6 nel 2023. Anche sul fronte lavoro il segno è positivo con un +800.000 posti di lavoro entro il 2023, mentre Hammond rivendica un calo del deficit dal 10% sotto l’ultimo governo laburista all’1,4 indicato per il 2019: “il più basso da 20 anni”, dice il cancelliere. Donato Bendicenti di questo ha parlato con Donald Sassoon storico e politologo e Stefano Donati operatore finanziario City

Indietro non si torna

Acceso il dibattito tra Italia e Europa sulla manovra. Intanto Mario Draghi, intervenendo nella sede della Banca Nazionale del Belgio per la Lamfalussy Lecture, a Bruxelles sottolinea: “Se le banche centrali dovessero dare il via a una forma di coordinamento con le autorità fiscali che ne riducesse l’indipendenza, questo sarebbe in definitiva controproducente. Mentre il mandato della Bce è la stabilità  dei prezzi”. Replica Di Maio: “Secondo me siamo in un momento in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta in questo modo ad avvelenare il clima ulteriormente”. E il vicepremier Matteo Salvini tira dritto e dice non si torna indietro. Attaccano le opposizioni. Donato Bendicenti ne ha parlato con Elena Murelli (Lega).

Parla Draghi

Lo Spread sta danneggiando le banche.  Bce guarda con attenzione alla situazione italiana. Così il presidente della Bce Mario Draghi in una conferenza stampa. Inoltre ha ribadito di essere “fiducioso che sarà  trovato un accordo” nel dialogo fra Ue e Italia sul bilancio 2019. Esclusa l’ipotesi di “fare da mediatore” nello scontro fra Roma e Bruxelles Draghi ha comunque segnalato che “è una discussione fiscale” ma soprattutto “alla fine è solo una questione di buon senso”, nella quale “la valutazione di ciò che è buono per il paese, per lo stato o per le famiglie che spingerà  le parti a un qualche accordo”. Il rischio di contagio – secondo il numero uno dell’Eurotower – sembra ancora basso ma l’impatto può diventare pesante per le banche italiane, senza contare che i rialzi dello spread sui Btp italiani pesano sui costi di finanziamento di imprese e famiglie e “riducono i margini espansivi” del bilancio. Su dove potrà  arrivare lo spread “non ho la palla di cristallo”, ha ricordato, aggiungendo che “abbassare i toni e non mettere in discussione l’esistenza dell’euro può far ridurre” la corsa dei rendimenti, che deprime il valore dei titoli in pancia alle banche italiane. Pronta la risposta del Movimento 5 stelle “non vogliamo uscire dall’euro, ne’ uno scontro con la Ue. Speriamo che il messaggio arrivi chiaro a Bruxelles. Se i mercati stanno prezzando la possibile uscita dall’euro è perché’ ogni giorno da parte dei commissari europei e, ci duole dirlo, anche del governatore della Bce, arrivano attacchi all’Italia. Se smettessero di evocare la nostra uscita dall’euro i mercati tornerebbero a prezzare i nostri titoli al pari di quelli degli altri paesi membri”. Donato Bendicenti ne ha parlato con Lucio Malan Forza Italia e Cristian Romaniello Movimento 5 Stelle.

Visita a Mosca

Sul tavolo la manovra. Sotto i riflettori dell’Europa, il governo difende il suo operato. La “manovra non è stata improvvisata. Dire oggi che la rivediamo non avrebbe senso”, ha detto il premier Giuseppe Conte a Mosca. “Il parere critico della Commissione era nell’aria – ha aggiunto -, abbiamo deciso di elaborare una manovra che rigetta l’austerity e abbraccia la crescita. Valuteremo nel merito e ci presenteremo fra 3 settimane per proseguire un dialogo franco”. Quindi dialogo è la parola di queste giornate. “La manovra varata dal Governo è quella “corretta” rispetto all’attuale contesto economico”, ha ribadito il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a Porta a Porta. “Non c’è nessun piano B, monitoreremo ciò che accade e sarà sempre una analisi razionale della situazione economica su cui decidere cosa fare. Ma attualmente non ci sono elementi nuovi”. E ribadisce: “Siamo pronti a muoverci di conseguenza dopo aver effettuato una analisi del contesto economico. Per ora siamo in una situazione in cui riteniamo che il nostro piano sia veramente corretto”. Tuttavia siamo a un “livello di spread che non possiamo mantenere a lungo, e che diventa un problema per le banche”. ll vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, al termine della riunione del comitato interministeriale per gli Affari europei a Palazzo Chigi ha annunciato l’intenzione di votare no al bilancio europeo in caso di tagli per investimenti, lavoro, agricoltura, sicurezza e immigrazione. Di tutto questo Donato Bendicenti ha parlato con Piernicola Pedicini M5S/EFDD e Roberto Gualtieri Partito Democratico

Rimandati a novembre

L’Italia è rimandata a novembre. La decisione presa oggi di chiedere all’Italia di presentare un nuovo documento programmatico di bilancio “non è la fine della storia. E’ una tappa della procedura”, dice il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici, in conferenza stampa a Strasburgo. “Quando riceveremo entro tre settimane, un nuovo documento programmatico di bilancio, lo analizzeremo. E il dialogo continua. La porta per il governo italiano resta aperta, in particolare a quello che è il nostro interlocutore naturale, il ministro delle Finanze Giovanni Tria”, spiega Moscovici. “Sono certo che la Commissione, anziché essere un freno per l’Italia, agisce come un motore per la crescita dell’Italia”, aggiunge Moscovici. Il debito pubblico dell’Italia, continua il commissario francese, “rappresenta il 131% del Pil italiano una somma pari al bilancio per l’istruzione. Un Paese che si indebita è un Paese che si indebolisce”. E noi pensiamo che questa manovra non ridurrà il debito”. Con Moscovici in conferenza stampa il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, che ha ribadito: “E’ con molto dispiacere che sono qui oggi, per la prima volta la Commissione è costretta a richiedere ad uno Stato di rivedere il suo Documento programmatico di bilancio. Ma non vediamo alternative. Sfortunatamente i chiarimenti ricevuti ieri – con la lettera del ministro Tria – non erano convincenti”. Non si sono fatte attendere le risposte del governo. Salvini ha ribadito che non si torna indietro e Conte ha affermato che si va avanti con dialogo, “con Ue ci confronteremo nel merito”, ha aggiunto.
Donato Bendicenti ne ha parlato con Marco Zanni Lega e Sergio Cofferati LeU

Il dialogo costruttivo

L’Italia ha risposta all’Europa sulla manovra tanto contestata con una lettera. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una conferenza stampa ha così commentato: “Siamo assolutamente in Europa, vogliamo dialogare con le istituzioni Ue, vogliamo che l’interlocuzione si svolga nello spirito di un dialogo costruttivo, non mettiamo in discussione il ruolo della commissione Ue”. Ma non solo. Ha precisato: “Non sono un indovino, ma se arriverà la bocciatura, siederemo intorno a un tavolo e valuteremo insieme” con l’Ue. Conte ha messo in chiaro che il 2,4% rimane il “tetto massimo” del livello di rapporto deficit/Pil che il governo calcola nel 2019. “Se dovessimo
accorgerci che il trend della nostra economia non si adegua agli obiettivi programmati adotteremo misure di contenimento della spesa perché’ il tetto del 2,4% non lo supereremo”, ha garantito. Anche le parole di Salvini parlano di dialogo: “Stiamo rispondendo alla commissione Ue e in termini garbati, dialoganti e costruttive. Se ci sono proposte sono le benvenute ma è chiaro che la Manovra la fa il governo e i capisaldi non si toccano. Anche Di Maio placa i toni. Intanto in Trentino arriva l’affermazione storica del centrodestra con la vittoria del sottosegretario alla Salute leghista Maurizio Fugatti, che diventa governatore. Di tutto questo Donato Bendicenti ne ha parlato con Nicola Danti Partito Democratico, Mara Bizzotto Lega e Salvatore Cicu Forza Italia

La parola al Consiglio

Giornata intensissima a Bruxelles per il premier Conte. “Non c’e’ motivo di cambiare la manovra economica. C’e’ piena consapevolezza che stiamo facendo delle riforme importanti per il paese”, dice. La lettera inviata ieri dalla Commissione europea ha scaldato gli animi. In questa si contesta la manovra per una deviazione “grave e senza precedenti”. Alla lettera risponde Conte sottolineando che nella manovra non c’è nessuna deviazione. “Quella lettera che qualcuno ha giudicato come una definitiva bocciatura è l’inizio di un percorso, noi risponderemo lunedì”, ha proseguito il premier italiano. Intanto il commissario europeo, Pierre Moscovici è a Roma e dice: “Nessuna decisione sul bilancio italiano è stata presa ma sarà molto importante quello che Tria scriverà nella sua lettera di risposta”, chiarisce. Il collegio dei commissari si riunirà a Strasburgo il giorno successivo la deadline fissata per l’Italia: martedì 23 ottobre i commissari, a margine della seduta plenaria del Parlamento, discuteranno del ‘dossier Italia’. Mentre sale la tensione tra Di Maio e Salvini sul dl fiscale. Previsto, dunque, un consiglio dei ministri per trovare l’accordo sulla pace fiscale. A Firenze si apre la Leopolda con Renzi e Padoan. “Stiamo rischiando l’osso del collo. C’è un governo che manda il Paese a sbattere contro un muro”, sottolinea Renzi. Di questo Donato Bendicenti ne ha parlato con Fabio Martini La Stampa e Jacopo Barigazzi politico.eu

Consegna a mano

Tensione nel governo per il decreto fiscale e la manovra economica. Intanto Salvini non usa mezzi termini: “Il decreto resta. Non possiamo approvare un decreto e modificarlo il giorno dopo”. Intanto Moscovici manda una lettera dicendo che la manovra si discosta dai parametri europei. “Non voglio fare il poliziotto cattivo, non ho un piano B, ho solo un piano A: restare insieme nella zona euro”. Lo ha detto il commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, in conferenza stampa al Mef dopo l’incontro con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Il ministro Tria sulla manovra è chiaro: “il governo è sempre pronto ad accogliere contributi migliorativi che non mettano in discussione i saldi approvati”.
La lettera della Commissione afferma che il bilancio italiano mostra una deviazione “senza precedenti nella storia del Patto di stabilità “, sia per il fatto che contempla una espansione vicina all’1% – mentre il Consiglio aveva invitato l’Italia a una correzione fiscale – sia per una deviazione dagli obiettivi pari all’1,5%. Alla luce di questi fattori, si profila “un non rispetto particolarmente serio con gli obblighi del Patto” e si chiede al Governo di dare una risposta ai rilievi entro lunedì 22 ottobre. Intanto il premier Conte risponde : “Non è vero che sia più grossa deviazione della storia” Di tutto questo Donato Bendicenti ne ha parlato con Micheal Stabenow FAZ e Andrea Bonanni La Repubblica