L’Italia è rimandata a novembre. La decisione presa oggi di chiedere all’Italia di presentare un nuovo documento programmatico di bilancio “non è la fine della storia. E’ una tappa della procedura”, dice il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici, in conferenza stampa a Strasburgo. “Quando riceveremo entro tre settimane, un nuovo documento programmatico di bilancio, lo analizzeremo. E il dialogo continua. La porta per il governo italiano resta aperta, in particolare a quello che è il nostro interlocutore naturale, il ministro delle Finanze Giovanni Tria”, spiega Moscovici. “Sono certo che la Commissione, anziché essere un freno per l’Italia, agisce come un motore per la crescita dell’Italia”, aggiunge Moscovici. Il debito pubblico dell’Italia, continua il commissario francese, “rappresenta il 131% del Pil italiano una somma pari al bilancio per l’istruzione. Un Paese che si indebita è un Paese che si indebolisce”. E noi pensiamo che questa manovra non ridurrà il debito”. Con Moscovici in conferenza stampa il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, che ha ribadito: “E’ con molto dispiacere che sono qui oggi, per la prima volta la Commissione è costretta a richiedere ad uno Stato di rivedere il suo Documento programmatico di bilancio. Ma non vediamo alternative. Sfortunatamente i chiarimenti ricevuti ieri – con la lettera del ministro Tria – non erano convincenti”. Non si sono fatte attendere le risposte del governo. Salvini ha ribadito che non si torna indietro e Conte ha affermato che si va avanti con dialogo, “con Ue ci confronteremo nel merito”, ha aggiunto.
Donato Bendicenti ne ha parlato con Marco Zanni Lega e Sergio Cofferati LeU