Il 2,4% di rapporto deficit/pil nella manovra “non è nei dieci comandamenti della Bibbia. Se invece di 6,5 miliardi di euro per smontare la Fornero, i tecnici ci diranno che ne bastano 5,5, il miliardo in più lo sposteremo sugli investimenti”. Così il ministro dell’interno Matteo Salvini dicendosi “fiducioso che si troverà un accordo: noi non vogliamo litigare e neanche a Bruxelles interessa mandare i commissari e gli ispettori in giro per l’Italia”.
Intanto da Bruxelles Di Maio ha precisato: “La quota 100 libera i posti di lavoro. Allo stesso tempo, il reddito mira negli anni a scendere di copertura. C’è un intervento iniziale, ma poi, banalmente, se durante il programma ci sono persone che stanno lavorando, non è che si licenziano ed entrano nel programma del reddito: questo non è possibile”. “Ci sono – prosegue – una serie di norme tecniche, che dobbiamo spiegare sempre in maggior dettaglio, che fanno capire che
sono misure che non rappresentano la parte più grande della manovra, che è stato evitare l’aumento dell’Iva. Era una promessa: vale 12 mld solo quella. L’obiettivo resta ridurre il debito: io posso capire che le istituzioni europee siano disorientate da una ricetta che va in controtendenza rispetto al passato”. Anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, arrivato a Buenos Aires con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per il G20 ha sottolineato: “Non credo stiamo mettendo a rischio nessuno. Al di là delle regole europee, che pure bisogna rispettare o cercare di rispettare, noi stiamo facendo un deficit del 2,4%, che per gli standard internazionali è normalissimo. Negli ultimi dieci anni l’Italia solo quest’anno fa un deficit più basso. Se vedete il curriculum di Francia e molti altri Paesi siamo ben oltre. In generale, in una manovra di politica economica, il 2,4% può essere considerato opportuno. Non lo è perché’ il fiscal compact ha delle regole particolari. Mentre sul fronte brexit oggi è intervenuto Barnier che ha detto di voler “rispettare” i tempi del dibattito parlamentare nel Regno Unito, dove la Camera dei comuni voterà sull’accordo Brexit l’11 dicembre. “Questo voto mette in gioco il futuro” del Regno Unito, ha aggiunto il capo-negoziatore europeo. “L’Ue non ha voluto la Brexit. A oggi nessuno ci ha dimostrato il valore aggiunto della Brexit, ma rispettiamo il voto dei britannici” . Donato Bendicenti ha parlato di tutto questo con Isabella Adinolfi M5S/EFDD, Eleonora Forenza Sinistra Unitaria Europea e Lorenzo Robustelli eunews