Il no di Salvini

Sono sbarcati i 49 rifugiati e migranti che si trovavano a bordo delle navi Sea Watch 3 e Albrecht Penck. Dal porto, con le camionette della polizia sono subito ripartiti per andare in ospedale dove verranno sottoposti a uno screening sanitario, prima di poter essere trasferiti a Marsa, dove si trova il centro di prima accoglienza. Il primo passo, per poi essere smistati nei paesi europei in base all’accordo raggiunto oggi dagli otto degli Stati membri della Ue, tra cui l’Italia. Sulla questione interviene il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Ribadirà al presidente del Consiglio che aspettiamo i paesi europei. Altri se ne fregano e noi dobbiamo correre. Non è una partita mia è una partita di civiltà , perché fino a quando aiutiamo gli scafisti e le Ong, loro continueranno ad arricchirsi. E’ una questione di principio, in Europa si arriva in aereo e con i documenti”, spiega Salvini che aggiunge: ” Cedere alle pressioni e alle minacce dell’Europa e delle Ong è un segnale di debolezza che

gli italiani non meritano”. Inoltre, sempre il ministro Salvini a margine di un incontro con gli imprenditori italiani a Varsavia, ha dichiarato: “Migranti anche in Italia? Io non autorizzo niente, vediamo se arrivano. Non sono stato consultato. Se ci deve essere una condivisione nel governo ci deve essere prima di prendere le decisioni”. Intanto in Italia si accende il dibattito sulla banca Carige. “Non è possibile stabilire se si materializzerà l’esigenza di realizzare l’intervento di ricapitalizzazione precauzionale, perché la soluzione di mercato sarebbe comunque preferibile. Una nazionalizzazione sarebbe quindi a termine”. Così

il ministro dell’Economia Giovanni Tria rispondendo al question time alla Camera su Carige. Intanto nuova sconfitta parlamentare per il governo britannico in vista del voto sulla Brexit del 15 gennaio: la Camera dei Comuni ha infatti approvato un emendamento che obbliga l’esecutivo a rendere noto nel giro di tre sedute parlamentari quali iniziative intenderà adottare se l’accordo concluso con l’Ue venisse

respinto dai deputati. Il controverso emendamento è stato approvato con 308 voti a favore e 297 contrari; il governo del premier Theresa May era già stato sconfitto nell’approvazione di un altro emendamento che limita i poteri finanziari dell’esecutivo nel caso di una Brexit senza accordo. Donato Bendicenti ne ha parlato con Mario Sechi List e Tobias Piller Frankfurter Allgemeine Zeitung