Considerata la locomotiva di Visegrad, con i suoi 40 milioni di abitanti la Polonia è il quinto paese per numero di eurodeputati dopo Germania Francia Italia e Spagna e assume un ruolo sempre più scomodo per l’Unione europea alla quale ha aderito nel 2004.
La svolta conservatrice cresciuta negli ultimi anni ha portato Bruxelles a varare per lo stato polacco la procedura d’infrazione prevista dall’articolo 7, che può portare alla sospensione del diritto di voto di uno stato membro. Sia il presidente Andrzej Duda che il premier Mateusz Morawieski sono espressione del Pis il partito conservatore polacco promotore della stretta più severa su temi come aborto, diritti civili e i migranti, sebbene il paese registri un numero pressoché nullo di arrivi. Il governo a guida Pis intanto ha approvato un aumento delle pensioni. E sebbene voglia restare nell’Unione con l’idea di riformarla dall’interno resta in grave attrito con Bruxelles per la riforma dei media del 2015 che impone la nomina dei vertici dell’informazione da parte del governo e per la deriva anti ebraica. Lo scorso febbraio è nato il partito Primavera di Robert Biedron ex sindaco di Slupsk ed ex parlamentare e che potrebbe superare il 9%. Omosessuale dichiarato Biedron centra la sua battaglia sulla separazione tra stato e chiesa che prevede di tassare.
Donato Bendicenti ne ha parlato con Rafal Ziemkievicz giornalista e scrittore e Slawomir Sierakovswi Krytyka Polityczna