Un cittadino di uno Stato extra-Ue o apolide non può essere rimandato in un paese dove la sua vita o la sua libertà possano essere minacciate. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha fissato una serie di paletti per la revoca o il rifiuto del riconoscimento dello status di rifugiato per motivi collegati alla protezione della sicurezza o della comunità di uno Stato membro previsti da una direttiva del 2011. Secondo i giudici di Lussemburgo, le disposizioni previste dalla direttiva sui rifugiati sono valide, ma la decisione di revocare o rifiutare il riconoscimento dello status di rifugiato non produce l’effetto di privare una persona né dello status di rifugiato né dei diritti che la Convenzione di Ginevra ricollega a tale status se questa persona ha il fondato timore di essere perseguitata nel suo paese di origine. Per la Corte, la Carta
dei diritti fondamentali dell’Ue vieta il respingimento di un cittadino di uno Stato extra-Ue o apolide verso un paese dove la sua vita o la sua libertà possano essere minacciate.
Alta la tensione nella maggioranza. Salvini annuncia di essere pronto a infrangere il rapporto del 3% fra deficit e pil imposto dall’Europa. “E’ fondamentale che gli italiani ci diano una mano a cambiare questa Europa mettendo al centro i diritti e il lavoro. Se servirà infrangere alcuni limiti del 3% o del 130-140%, tiriamo dritti. Fino a che la disoccupazione non sarà dimezzata in Italia, fino a che non arriveremo al 5% di disoccupazione sperderemo tutto quello che dovremo spendere e se qualcuno a Bruxelles si lamenta ce ne faremo una ragione”. Dall’altra parte Luigi Di Maio parla di salario minimo. “significa far scomparire i contratti a 2-3 euro all’ora e andare a 9 euro minimo all’ora come paga base”. In Europa, prosegue il vicepremier “c’è un problema di dumping salariale perché’ in alcuni Paesi c’è il salario minimo e questo ha fatto crescere gli stipendi”. Intanto le opposizioni attaccano il governo a tutto campo, dalle misure economiche alla sicurezza nel Paese: la maggioranza fa due parti in commedia dicono.
Donato Bendicenti ne ha parlato con David Carretta Il Foglio/ Radio Radicale e Daniel Gros CEPS