Modello Svezia

Continua il viaggio nelle capitali europee alla vigilia delle elezioni europee del 26 maggio. Puntata sulla Svezia.

Nel paese le priorità sono il lavoro e il salario equo. Inoltre sul tavolo c’è anche il tema che stranieri e svedesi abbiano le stesse condizioni di impiego. Inoltre, la Svezia si conferma Paese fortemente europeista. La fiducia per l’Europa è in quasi tutti i manifesti elettorali. Tra le priorità oltre al lavoro e all’economia, i cambiamenti climatici e l’immigrazione.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Cecilia Garme giornalista politica e Lars Niklasson Linkoping University

Il vizio dell’ Europa

“Io penso che le persone prima di parlare debbano pensare. E questo è un consiglio anche per chi ha

fatto quelle dichiarazioni”. Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria risponde, a margine dell’Eurogruppo

a Bruxelles, alle dichiarazioni del collega austriaco Hartwig Loeger, che ieri in una nota, riporta Sudtirol News, ha affermato che l’Austria non intende pagare per i debiti dell’Italia e che, se aumenterà  il debito pubblico italiano, non si può escludere che il nostro Paese diventi una “seconda Grecia”. Su questo la replica del ministro Tria: “vorrei ricordare che l’Italia non ha chiesto e non chiede che qualcuno paghi per il debito pubblico,  l’Italia ha pagato abbondantemente per i debiti altrui aiutando altri Paesi europei non avendo mai chiesto un euro, non credo che l’Austria abbia pagato quanto l’Italia essendo il nostro Paese il terzo contributore per gli aiuti ai paesi europei, Grecia compresa’. Quanto alle dichiarazioni di Gentiloni e Calenda (Pd) sul rischio ‘Italexit’, Tria le ha liquidate come ’boutade in campagna elettorale’.

Mentre sul fronte interno il vicepremier Luigi Di Maio ha detto: “Sono molto preoccupato per i casi emersi in

questi giorni di arresti e indagati tutti per casi di tangenti e corruzione, che hanno coinvolto sia la destra che

la sinistra. C’è un’evidenza, ovvero che il sistema dei partiti continua ad essere fortemente inquinato, spuntano tangenti ovunque, giorno dopo giorno e la scelta in vista delle europee sembra essere sempre più chiara”. Non si è  fatta mancare la replica del vicepremier Matteo Salvini: “A me spiace perché¨ gli insulti delle opposizioni, di Renzi,  di Zingaretti, gli attacchi della Boldrini ci stanno, ma gli insulti quotidiani di Grillo e degli alleati mi spiacciono perché io sono fedele, mantengo la parola”. Ed ha aggiunto: “Lavoriamo insieme da quasi un anno e  non capisco perché per Grillo e Di Maio io sia diventato il male assoluto”

Donato Bendicenti ne ha parlato con Jacopo Barigazzi politico.eu e Angela Mauro Huffington Post

#TellEurope

Per le prossime elezioni europee oggi c’è il dibattito che riunisce tutti i principali candidati alla presidenza della Commissione Europea.

Sul fronte interno continua a salire lo spread. “Il nervosismo dei mercati, che si legge nelle oscillazioni dello spread, è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee”, dice il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rassicura: “Lo ricollego alla competizione elettorale”. Anche sull’ipotesi di un aumento dell’Iva Conte ha rassicurato. “Quello che posso fare come presidente del consiglio è mandare un messaggio a tutti i mercati e a tutti gli investitori istituzionali e non, a tutte le istituzioni finanziarie, che non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi”. Anche il vicepremier Matteo Salvini non si è detto preoccupato. “Il diritto al lavoro alla vita, alla salute vengono prima di tutto. E alcune regole europee vanno evidentemente riviste perché stiamo lasciando un continente disoccupato e affamato”. Così Matteo Salvini ha risposto a chi gli chiedeva se “non teme contraccolpi sui conti pubblici relativi allo spread che tende a risalire”. “Quindi, con tutto il rispetto per lo spread, prima viene il lavoro, prima vengono gli italiani”, ha aggiunto il segretario leghista. “Io voglio che corra il lavoro. Se per ridare il lavoro agli italiani bisogna ridiscutere dei vincoli europei che non funzionano è mio dovere farlo. Mi rifiuto di pensare a una generazione che ha la precarietà e la disoccupazione come prospettiva di vita”, ha detto. Anche l’altro vicepremier Luigi Di Maio ha commentato: “Più dello spread mi interessano le famiglie, i cittadini italiani, ma è chiaro che ci vuole responsabilità . Quello che interessa i cittadini è garantire la stabilità , andare avanti, evitare tensioni sociali e finanziarie”.

Mentre sul fronte brexit i deputati britannici di tutti gli orientamenti sulla Brexit, pro e contro, hanno già annunciato che bocceranno l’accordo di divorzio di Theresa May quando il governo lo riporterà in parlamento per la quarta volta il mese prossimo. Downing Street ha reso noto che l’accordo di uscita dall’Ue sarà nuovamente messo al voto nella settimana del 3 giugno.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Alberto D’Argenio La Repubblica e Luca Jahier CESE

Alla sentenza della Corte

Un cittadino di uno Stato extra-Ue o apolide non può essere rimandato in un paese dove la sua vita o la sua libertà possano essere minacciate. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha fissato una serie di paletti per la revoca o il rifiuto del riconoscimento dello status di rifugiato per motivi collegati alla protezione della sicurezza o della comunità di uno Stato membro previsti da una direttiva del 2011. Secondo i giudici di Lussemburgo, le disposizioni previste dalla direttiva sui rifugiati sono valide, ma la decisione di revocare o rifiutare il riconoscimento dello status di rifugiato non produce l’effetto di privare una persona né dello status di rifugiato né dei diritti che la Convenzione di Ginevra ricollega a tale status se questa persona ha il fondato timore di essere perseguitata nel suo paese di origine. Per la Corte, la Carta

dei diritti fondamentali dell’Ue vieta il respingimento di un cittadino di uno Stato extra-Ue o apolide verso un paese dove la sua vita o la sua libertà possano essere minacciate.

Alta la tensione nella maggioranza. Salvini annuncia di essere pronto a infrangere il rapporto del 3% fra deficit e pil imposto dall’Europa. “E’ fondamentale che gli italiani ci diano una mano a cambiare questa Europa mettendo al centro i diritti e il lavoro. Se servirà infrangere alcuni limiti del 3% o del 130-140%, tiriamo dritti. Fino a che la disoccupazione non sarà dimezzata in Italia, fino a che non arriveremo al 5% di disoccupazione sperderemo tutto quello che dovremo spendere e se qualcuno a Bruxelles si lamenta ce ne faremo una ragione”. Dall’altra parte Luigi Di Maio parla di salario minimo. “significa far scomparire i contratti a 2-3 euro all’ora e andare a 9 euro minimo all’ora come paga base”. In Europa, prosegue il vicepremier “c’è un problema di dumping salariale perché’ in alcuni Paesi c’è il salario minimo e questo ha fatto crescere gli stipendi”. Intanto le opposizioni attaccano il governo a tutto campo, dalle misure economiche alla sicurezza nel Paese: la maggioranza fa due parti in commedia dicono.

Donato Bendicenti ne ha parlato con David Carretta Il Foglio/ Radio Radicale e Daniel Gros CEPS

Un percorso accidentato

Oggi e domani a Bruxelles c’è il Consiglio degli affari esteri. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha incontrato l’omologo britannico Jeremy Hunt per discutere di Brexit e della situazione in Libia e Venezuela. “La situazione è in continua evoluzione, le cose non vanno bene. Dobbiamo cercare di calmare gli animi e arrivare a una tregua umanitaria, a un cessate il fuoco e riprendere il percorso”, ha detto Enzo Moavero Milanesi. Oggi giornata anche di esito dei ballottaggi positivo per M5s che ora cercherà  di consolidare per le europee del 26 maggio. Interviene il vicepremier Luigi Di Maio un “Pomeriggio da pecora” sul Rai Radio1 che commenta:  “La cosa importante è non far fare un risultato del 51% ai partiti tradizionali perché il tema vero è che questa volta il  Movimento” Cinque Stelle può essere determinante nel Parlamento europeo, come ago della bilancia”.

Sul fronte europee il vicepremier Matteo Salvini sottolinea che il voto sarà  un referendum tra la vecchia Europa fatta di banche, élite, poteri forti e “la nuova Europa fatta di popoli, lavoro, diritti”.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Marco Bresolin  La Stampa e Jaume Duch  portavoce Parlamento Europeo

Richiesta di sequestro

Sequestrata la Mare Jonio a Lampedusa. Decine di migranti annegano al largo della Tunisia L’equipaggio della Mare Jonio è indagato per favoreggiamento, atto dovuto dopo la segnalazione della Gdf. Fatti sbarcare i 30 migranti a bordo. Intanto, un altro tragico naufragio si è verificato a 40 miglia dalla città  di Sfax, almeno 70 i morti. E 70 sono i migranti recuperati oggi pomeriggio al largo di Lampedusa. Il Viminale emana il Decreto Sicurezza bis.

I componenti dell’equipaggio della Mar Jonio sono stati iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta di un atto dovuto dopo la segnalazione fatta dalla Finanza. La Procura di Agrigento deve valutare però, alla luce della ricostruzione delle modalità  del salvataggio e della situazione politica e di sicurezza in Libia, se ci siano stati profili di reato. Intanto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha detto: “Bisogna fare tante assunzioni nel settore della giustizia. Ci sono 20.000 delinquenti che girano a piede libero per Napoli con sentenze passate in giudicato e non ancora eseguite”. Intanto continua Giorgia Meloni a Lecce sottolinea: “sono molto ottimista sul risultato di Fratelli d’Italia e sul fatto che gli italiani cercheranno un’altra maggioranza possibile in Italia ad un governo che non sa dare risposte e in Europa ad un grande inciucio che in questi anni ha fatto solo gli interessi della Francia e della Germania”.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Lucio Malan Forza Italia e Alvise Maniero Movimento 5 Stelle

Una relazione complicata

Considerata la locomotiva di Visegrad, con i suoi 40 milioni di abitanti la Polonia è il quinto paese per numero di eurodeputati dopo Germania Francia Italia e Spagna e assume un ruolo sempre più scomodo per l’Unione europea alla quale ha aderito nel 2004.

La svolta conservatrice cresciuta negli ultimi anni ha portato Bruxelles a varare per lo stato polacco la procedura d’infrazione prevista dall’articolo 7, che può portare alla sospensione del diritto di voto di uno stato membro. Sia il presidente Andrzej Duda che il premier Mateusz Morawieski sono espressione del Pis il partito conservatore polacco promotore della stretta più severa su temi come aborto, diritti civili e i migranti, sebbene il paese registri un numero pressoché nullo di arrivi. Il governo a guida Pis intanto ha approvato un aumento delle pensioni. E sebbene voglia restare nell’Unione con l’idea di riformarla dall’interno resta in grave attrito con Bruxelles per la riforma dei media del 2015 che impone la nomina dei vertici dell’informazione da parte del governo e per la deriva anti ebraica. Lo scorso febbraio è nato il partito Primavera di Robert Biedron ex sindaco di Slupsk ed ex parlamentare e che potrebbe superare il 9%. Omosessuale dichiarato Biedron centra la sua battaglia sulla separazione tra stato e chiesa che prevede di tassare.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Rafal Ziemkievicz giornalista e scrittore e Slawomir Sierakovswi Krytyka Polityczna

Proposta di revoca

Sarà  presentata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la proposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di revoca dell’incarico di sottosegretario ad Armando Siri. E’ quanto emerge al termine della riunione del Consiglio dei ministri. La Lega, che parla di discussione “civile e pacata”, è intervenuta con i ministri Bongiorno e Salvini: ribadisce fiducia nel premier ma anche la convinta difesa del sottosegretario Armando Siri, “innocente fino a prova contraria come tutti i 60 milioni di Italiani”.  “Prendo atto – è andato all’attacco il leader della Lega Matteo Salvini – del fatto che la Raggi è indagata da anni ed è al suo posto. I nostri candidati sono specchiati”, ha aggiunto.  Domani Sibiu, antica città  nel cuore della Romania, in occasione della Festa d’Europa, ospiterà  il summit dei capi di Stato e di governo Ue, ultimo appuntamento prima delle elezioni del 26 maggio. La Romania è presidente di turno dell’Ue e il Consiglio informale sarà  ospitato da Klaus Iohannis, presidente della Repubblica. Mentre sul fronte brexit il Regno parteciperà  alle elezioni europee.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Valeria Ronzitti CEEP, Enrique Serbeto ABC e Andrea Bonanni La Repubblica

La congiuntura

Oggi seconda puntata dalla Francia. Il clima è teso in vista delle elezioni europee e la campagna elettorale è molto accesa. Al centro l’economia in rallentamento. Sulle elezioni europee è intervenuto anche il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker che ha detto: “La disapprovazione cui l’Ue deve fare fronte è molto spesso dovuta a ragioni puramente nazionali”. E sul populismo ha aggiunto: “Nel dibattito democratico europeo il populismo non dovrebbe avere voce, dobbiamo dire agli europei che hanno buone ragione di sperare nel futuro e cattive ragioni per temerlo”. A Parigi c’è il ministro dell’economia Giovanni Tria che ha sottolineato come l’evoluzione dello scenario internazionale avrà delle ricadute sull’eurozona. A fare il quadro della situazione francese l’economista Jean – Paul Fitoussi che nell’intervista data alla Bussola sottolinea come il vero problema in Europa sia l’austerità “che ha messo in ginocchio la società , la precarizzazione della società , il calo della classe media, il lavoro è pagato poco e non c’è potere di negoziazione tra imprenditore e lavoratore”.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Sylvie Goulard VP Banque de France e Nicola Casarini Istituto Affari Internazionali

Nel nome dell’Europa

Come la Francia si prepara alle prossime elezioni europee? Un bel banco di prova per Macron che vuole rafforzare il suo ruolo sul frote interno e sulla scena internazionale. Il peso dell’astensionismo tra gli elettori di sinistra sarà la grande incognita. A Strasburgo peserà la debolezza dei socialisti francesi. Mentre i verdi sono stabili. Inoltre solo il 55% dei francesi sono interessati alle elezioni. E per tranquillizzare il Paese Macron ha messo in piedi una serie di riforme che toccheranno occupazione, pensioni e tasse. I conti come vanno? La Francia è la seconda economia europea che sta tenendo rispetto al rallentamento mondiale dell’economia. Come ha spiegato l’economista e presidente de Société Générale Bini Smaghi questo è spiegabile col fatto che sia un’economia non troppo legata all’export e questo è un vantaggio anche rispetto alla Germania.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Jerome Creel economista OFCE e Philippe Ridet editorialista le Monde