Il lungo addio

Oggi Theresa May ufficializza le dimissioni da capo del Partito conservatore britannico, facendo scattare la corsa alla sua successione. Una gara già affollata, a cui potrebbero unirsi altri aspiranti leader Tory (e di conseguenza premier). Fra i Brexiteer più irriducibili, Boris Johnson vuole portare il Regno Unito fuori dall’Ue: con o senza un accordo.

Sul fronte italiano sulla nomina del commissario europeo Di Maio dichiara di non aver “ancora avuto modo di parlarne con il premier e l’altro vicepremier” se debba essere un esponente della Lega, ma l’Italia deve ambire a “un commissario che si occupi delle imprese, che difenda le nostre imprese che per il 99% sono sotto i 15 dipendenti”. E sottolinea che “l’importante è che sia una persona all’altezza della carica”.

Con Matteo Salvini “ci siamo detti chiaramente che se si va avanti si va avanti sugli obiettivi che ci siamo dati, per combattere e non per vivacchiare o tirare a campare”. Il premier Giuseppe Conte, ha precisato poi Di Maio, “sapeva che ci saremmo visti ma era all’estero con le imprese e non poteva partecipare” ma era necessario “incontrarci per fare ripartire tutto, le tante promesse” da mantenere, “dal salario minimo all’abbassamento delle tasse, dobbiamo metterci al lavoro prima possibile. Sul fronte del conti, crescita sempre più debole per l’economia italiana. La Banca d’Italia, nelle nuove proiezioni economiche, stima una ripresa a ritmi moderati nella seconda parte dell’anno con un pil.

Le opposizioni sono sempre più critiche: “I dati che stanno arrivando dopo un anno di questo governo sono drammatici. non si può andare avanti così”, dice Nicola Zingaretti.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Nathalie Tocci direttore IAI e Alessandro Campi Il Messaggero