Porte aperte

“Siamo sempre disponibili a confrontarci con Bruxelles, non è interesse dell’Italia subire una procedura d’infrazione, non è una prova di muscolare”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ospite del Forum Ansa, rispondendo a chi gli ricorda come, oggi, da Bruxelles sia arrivata un’apertura al dialogo con l’Italia sulla manovra. “Ridurremo il debito con entrate non stimate. Sicuramente riusciamo a ridurre il debito in una maniera che forse neppure ci aspettavamo, riusciamo a mantenere le promesse, abbiamo entrate più cospicue rispetto a quelle che avevamo prudenzialmente stimato” ha spiegato Conte. Inoltre è pronta la lettera di risposta all’Unione europea.  “Ormai ho preparato una bozza di lettera che rivolgerò alle istituzioni europee”. Sulla procedura d’infrazione interviene anche il vicepremier Matteo Salvini: “La vecchia e delegittimata Commissione Ue non può imporre sanzioni all’Italia o imporre scelte a governi e popoli che rappresentano milioni di cittadini e vogliono semplicemente fare quel che è giusto” cioè “tagliare le tasse a imprenditori, lavoratori e famiglie”.  E’ un “sacrosanto diritto di un governo”, ha concluso Salvini, che “senza voler disubbidire a tutti i costi” vuole dialogare con l’Europa “da pari a pari e con pari dignità “. “Stanno aumentando, a tassazione invariata le entrate, sia Irpef che Iva nel primo trimestre. Vuol dire che il Paese lavora, produce, cresce. L’ultima cosa da fare è tassare. Escludo qualsiasi aumento di qualsiasi tassa, dall’Iva all’Imu alla tassa sui conti correnti alla patrimoniale”, ha affermato Salvini. L’Europa tira dritto nei confronti dell’Italia sulla procedura d’infrazione. “Si valuteranno eventuali nuovi elementi se saranno presentati ma non si perde tempo: le regole di bilancio vanno rispettate”. Parola del commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, che in conferenza stampa a Bruxelles ha precisato: “Ho detto la scorsa settimana che le mie porte restano aperte, l’ho detto in italiano, inglese, francese, perché siamo a questo punto: il debito italiano è aumentato del 33% e probabilmente secondo noi passerà  a 132% l’anno prossimo del Pil italiano, è uno dei più alti del mondo”.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Giovanni Grevi European Policy Center, Francesca Donato Lega, Brando Benifei Partito Democratico