Thierry Breton ha ottenuto il via libera delle commissioni Industria e Mercato Interno. Therry Breton, il commissario designato dalla Francia per la nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen, ce l’ha fatta: ha superato l’audizione di conferma al Parlamento europeo. I gruppi del Partito Popolare Europeo, dei Socialisti&Democratici, dei liberali di Renew Europe e dei Conservatori e Riformatori Europei hanno votato a favore di Breton,
garantendo la maggioranza dei due terzi necessaria alla conferma. Breton era accusato di conflitto di interessi per aver presieduto
il colosso del digitale Atos. Breton ha promesso di essere “radicale” per evitare conflitti di interesse. La ‘maggioranza Ursula’ si ricompatta in Parlamento, vota il via libera al candidato francese Thierry Breton e dà una speranza alla presidente eletta che punta a insediarsi il 1 dicembre. Ma la possibilità
che von der Leyen entri in carica tra due settimane si complica a causa del fronte britannico, ovvero la mancata nomina da parte del Regno Unito del commissario inglese comunicata ieri sera a Bruxelles da una lettera di Downing street
Sull’emergenza Venezia per l’acqua alta con il Cdm si vara lo stato di emergenza. “La città può contare sul sostegno del governo” ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Questo ci consentirà – ha spiegato – di varare già la prima dotazioni finanziarie per quanto riguarda le spese di primo soccorso volte a ripristinare le funzionalità dei servizi”. L’emergenza Venezia e la questione Mose entrano nel dibattito politico. Il governo nomina un nuovo commissario Elisabetta Spitz. “Riuniremo il comitatone, non dobbiamo prendere in giro i cittadini dicendo che completeremo il Mose l’anno prossimo. Il Mose sarà verosimilmente completato nella primavera del 2021”, ha detto Conte.
Alta tensione dopo l’incontro con le aziende dell”indotto ex Ilva a Taranto dopo le notizie di spegnimento dello stabilimento annunciata da Arcelor Mittal.
Donato Bendicenti ne ha parlato con Paolo Borchia Lega, Brando Benifei Partito Democratico e Marco Bresolin La Stampa