La prova del dna

“La solidarietà è una parte del DNA europeo”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel al Parlamento europeo di Strasburgo. “La solidarietà è una condizione fondamentale per qualsiasi organizzazione ben funzionante come la famiglia, il villaggio e anche l’Unione europea”. Quindi l’unione fa la forza e la differenza la fa il gioco di squadra. E’ molto chiara la cancelliera tedesca che parlando del nostro Paese ha sottolineato: “l’Italia è un paese fondatore, l’Italia ha deciso insieme a tutti gli altri le regole che oggi sono alla base della nostra base giuridica, e adesso qualcuno dice che questo non interessa più”. “Ora la Commissione ha un compito importante da svolgere – ha continuato Merkel – è importante che si giunga a una soluzione e la mia speranza è che lo si faccia nel dialogo con le autorità italiane, lo ha detto anche il presidente Conte”, ha concluso Merkel.

Intanto oggi si è conclusa la conferenza di Palermo “Andiamo via da Palermo – ha detto il premier Conte – ma portiamo con noi il sentimento di fiducia per una prospettiva di stabilizzazione della Libia. Non vogliamo illuderci, ma riteniamo che siano state poste delle basi importanti”. Il premier ha inoltre ricordato: “La Libia è un Paese amico, a cui siamo legati da vincoli antichi di amicizia, di cooperazione economica e legami culturali, ci sentiamo responsabili nell’offrire un contributo” alla stabilizzazione. Di tutto questo Donato Bendicenti ha parlato con Mara Bizzotto Lega, Alessandra Mussolini PPE, Patrizia Toia Partito Democratico e Antonio Panzeri LeU

For Libya With Libya

Al via il summit di Palermo sulla Libia. “Credo che l’Italia abbia la responsabilità e la capacità di svolgere un ruolo utile in questo processo come nell’intera area mediterranea”, dichiara Conte, secondo cui “occorre superare lo stallo in cui versa da tempo il processo politico libico. Ma soprattutto occorre prevenire l’escalation di violenza di cui abbiamo avuto un ampio assaggio nei mesi scorsi. Il popolo libico chiede stabilità e benessere ed è su questa linea, concreta e inclusiva, che ci siamo mossi per preparare la conferenza di Palermo”. Il summit “riunisce intorno ad uno stesso tavolo i principali attori libici e il massimo livello politico di Paesi quali Algeria, Tunisia, Egitto, Ciad, Niger, Grecia e Malta”, sottolinea il premier Conte. L’obiettivo è stabilizzare il Paese nordafricano, strappando la gestione della sicurezza alle milizie, unificare le istituzioni e tracciare una roadmap che preveda le elezioni.

Intanto si lavora alla manovra economica in Italia. La risposta del governo italiano all’Ue è attesa entro domani. Nessun passo indietro sul deficit ma neanche ritocchi alle stime di crescita per il 2019. E’ il ‘muro’ di M5s e Lega sulla manovra. Matteo Salvini e Luigi Di Maio confermano che i capisaldi della legge di bilancio non verranno toccati e allo stesso modo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, venerdì scorso ha ribadito al Parlamento che i principi fondamentali non verranno toccati. Donato Bendicenti ha parlato di tutto questo con Salvatore Cicu Forza Italia, Piernicola Pedicini M5S/EFDD e David Carretta Il Foglio

Titolo: L’analisi di Tria

Giornata romana per il presidente dell’Eurogruppo, Centeno che ha incontrato il ministro dell’economia Tria e il presidente del Consiglio Conte. Al centro degli incontri, i conti italiani. Su questo punto il ministro dell’economia Tria ha ribadito che per evitare la procedura di infrazione l’Italia non può andare a sbattere. In conferenza stampa con il leader dell’Eurogruppo, Tria ha ribadito: “La deviazione esiste, ma non mettiamo in discussione che esistano nell’Unione delle regole fiscali. Sono state violate in passato da Germania e Francia, una deviazione non significa contestare le regole”. Centeno, invece, ha posto l’accento riguardo “i dubbi sui mercati e tra i partner europei, oltre a un certo allarme sui costi di finanziamento del debito” che però finiscono anche per pesare su imprese e famiglie. La ripresentazione del progetto di Bilancio richiesta dall’Ue “offre all’Italia l’opportunità di disperdere questi dubbi”, ha sottolineato il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. “Le regole europee – ha ricordato Centeno – non sono fine a se stesse ma sono fatte per creare condizioni di crescita sostenibile”. Tria ha risposto che le preoccupazioni europee “non sono fondate su un contenuto reale della manovra”. Comunque negli incontri di oggi si è precisato che rimane aperta la strada del dialogo. Centeno si augura che l’Italia “sia in grado di presentare un progetto di bilancio migliorato”. Ma non solo. Ha anche ricordato il ruolo dell’Italia in Europa. “E’ la terza economia più grande dell’euro. La voce dell’Italia si fa sentire in tutta Europa. Non è un caso che il presidente della BCE, il presidente eletto dell’SSM e il presidente del Parlamento europeo provengano dall’Italia”. Anche l’incontro con Conte si è svolto in un clima di sereno dialogo. In una nota il premier ha sottolineato: “Abbiamo affrontato i temi attualmente in agenda dell’Unione economica e monetaria e ci siamo soffermati sugli aspetti della nostra manovra economica che più direttamente riguardano il piano degli investimenti e le riforme strutturali. Il Governo italiano sta predisponendo interventi legislativi e avviando progetti di investimento volti a rilanciare la crescita economica e lo sviluppo sociale”.

Donato Bendicenti di questo ha parlato con Rossano Sasso Lega, Chiara Braga Partito Democratico e lo storico Alessandro Campi.

Previsioni d’autunno

Le previsioni Ue tagliano il Pil 2018 da 1,3% a 1,1%, e ritoccano quello 2019 da 1,1% a 1,2%. “Dopo una crescita solida nel 2017 l’economia italiana ha rallentato nella prima metà di quest’anno per l’indebolimento dell’export e della produzione industriale. Una ripresa degli export e una maggiore spesa pubblica sosterranno la crescita moderatamente ma l’associato rischio nel deficit, assieme ad interessi più alti e considerevoli rischi al ribasso, mette in pericolo la riduzione dell’alto debito”. La Commissione Ue rivede al rialzo le stime sul deficit italiano: nel 2018 dall’1,7% previsto in primavera sale a 1,9%, per poi schizzare al 2,9% nel 2019 “a causa delle misure programmate” come reddito di cittadinanza, riforma Fornero e investimenti pubblici che “aumenteranno significativamente la spesa”. Nel 2020 sfonda il tetto del 3%, raggiungendo il 3,1%. La Ue precisa che tale cifra non tiene in considerazione la clausola di salvaguardia, cioè l’aumento dell’Iva, data la “sistematica sterilizzazione”. La Commissione Ue prevede “solo un lento miglioramento” per il mercato del lavoro in Italia, e rivede leggermente al ribasso le stime della disoccupazione: dal 10,8% nel 2018 previsto la scorsa primavera si scende al 10,7%, e dal 10,6% del 2019 si cala al 10,4%, per poi arrivare al 10% nel 2020.  Non si fa attendere la risposta del ministro Tria: da Ue analisi parziale e non attenta. E subito dopo è Palazzo Chigi a diramare una nota in cui ribadisce le stime del governo sui conti pubblici, contestando le valutazioni della Commissione Europea. Secondo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte “le previsioni di crescita della Commissione Ue per il prossimo anno sottovalutano l’impatto positivo della nostra manovra economica e delle nostre riforme strutturali. Andiamo avanti con le nostre stime sui conti pubblici, sulla crescita che aumenterà  e sul debito e il deficit che diminuiranno. Non ci sono i presupposti per mettere in discussione la fondatezza e la sostenibilità  delle nostre previsioni” scrive il premier precisando che  “il deficit diminuirà  con la crescita e questo ci permetterà  di far diminuire il rapporto debito/PIL al 130% nel prossimo anno e fino al 126,7% nel 2021” . Di tutto questo Donato Bendicenti ha parlato con Alberto D’Argenio La Repubblica, Jacopo Barigazzipolitico.eu ed Enrique Serbeto ABC

Obiettivo stabilizzazione

In Libia “vogliamo superare l’attuale stallo del processo politico con elezioni prima possibile non appena saranno soddisfatte le necessarie condizioni politiche, legislative e di sicurezza”. Così il premier Giuseppe Conte nel corso del question time alla camera rispondendo sulla conferenza di Palermo del 12-13 novembre. Per il premier il summit di Palermo è “un passo fondamentale nell’obiettivo della stabilizzazione della Libia e per la sicurezza dell’intero Mediterraneo”. La Libia è un nodo importante. “Particolare attenzione verrà riservata anche al tema della sicurezza – ha aggiunto Conte -. La conferenza sarà infatti l’occasione per far affrontare gli accordi di Tripoli e affrontare la situazione nel sud del paese. Continueremo a lavorare affinché’ la conferenza segni un passo fondamentale nell’obiettivo della stabilizzazione della Libia”.

Ma oggi è stata anche la giornata della fiducia al Senato del dl sicurezza. Con 163 sì e 59 no è passato il decreto voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Intanto sulla tenuta del governo il ministro dell’Interno precisa: “Ho preso un impegno e governo con i 5 stelle”.

Forte anche Trump negli Stati Uniti. Infatti alle elezioni di midterm i repubblicani “sono andati oltre le aspettative”, ha detto il presidente Usa, sottolineando il rafforzamento al Senato dopo il voto di metà mandato. “Ieri è stato un grande giorno, un giorno incredibile, abbiamo fermato l’onda blu” ha commentato Trump. “Degli 11 candidati da me sostenuti – ha aggiunto – 9 hanno avuto successo”. Di tutto questo Donato Bendicenti ha parlato con Laura Ferrara M5S/EFDD, Brando Benifei Partito Democratico e Enrico Tibuzzi Ansa

Midterm elections

Seggi aperti negli Stati Uniti per le elezioni di metà mandato in cui gli americani sono chiamati a rinnovare gran parte del Congresso. Dalla east alla west coast si registrano ovunque lunghe file che fanno presagire un’altissima affluenza. Intanto andando alle questioni italiane la Commissione europea sta “valutando” la possibilità di aprire una procedura per deficit eccessivo contro l’Italia se il governo non modificherà la manovra entro il 13 novembre. Intanto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria annuncia che la manovra non cambierà. L’Italia prende tempo in attesa della fatidica data del 13 novembre. Entro quella scadenza, spiega il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, Bruxelles si aspetta da Roma una manovra “rivista” con una “forte e precisa risposta” di adesione di Roma al Patto di stabilità . Il nodo resta il deficit al 2,4% del Pil, che potrebbe persino aumentare se le ottimistiche previsioni di crescita del governo non si verificassero. “E’ vero, abbiamo qualche disaccordo”, ammette il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, “ma questo non significa che non si possa avere un dialogo costruttivo tra Commissione Ue e Italia”. La Commissione Ue non sarebbe disposta ad accettare un disavanzo superiore all’1,6% del Pil. Altrimenti, avverte Moscovici a margine dell’Ecofin, l’Italia rischia di andare incontro a sanzioni. “Non sarò mai in favore delle sanzioni” perché sono “un fallimento per il Paese e per le regole”, spiega Moscovici, precisando di volere il “dialogo”. Intanto i ministri delle Finanze sembrano compatti contro la decisione di Roma di tirare dritta. Intanto sul dl sicurezza è stata la fiducia in Senato.

Di tutto questo Donato Bendicenti ha parlato con Paolo De Castro Partito Democratico Marco Zanni Lega e Marco Bresolin La Stampa

Esame all’eurogruppo

Oggi all’Eurogruppo si discute della manovra italiana. Roma ha tempo fino al 13 novembre per “fornire ulteriori elementi” in risposta ai rilievi fatti da Bruxelles sul documento programmatico di bilancio per il 2019, ma se l’Italia non rispetterà più “gli obblighi sulla stabilità  come invece ha fatto negli anni scorsi, dovremo tornare alla questione della procedura per il deficit eccessivo relativo al debito”. Lo ha detto il vicepresidente dell’Ue Valdis Dombrovskis, arrivando all’eurogruppo. La commissione ha chiesto, infatti, ulteriori informazioni all’Italia per compilare un nuovo rapporto sul debito aggiornato alla luce delle conseguenze della manovra. “L’Italia si sta comportando apertamente non in linea con le regole” e ne va “non solo delle regole ma dello stesso sviluppo economico italiano”, che con questa manovra “potrebbe rallentare ulteriormente”, ha sottolineato Dombrovskis. Intanto il commissario Moscovici è chiaro: “Non faremo un accordo di compromesso con l’Italia. Le regole sono regole, devono essere rispettate”. Da Algeri non si è fatta attendere la risposta del premier Conte: “La libertà delle idee è importante, ma da un Commissario europeo io mi aspetto che sia molto cauto. Non voglio neppure immaginare che la Commissione sia condizionata da valutazioni di tipo politico”. Da Bruxelles Donato Bendicenti ha parlato di tutto questo con Eleonora Evi M5S/EFDD, Massimiliano Salini Forza Italiane Angela Mauro Huffington Post.

L’equivoco

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lancia l’allarme sullo spread: “Le conseguenze possono essere gravi”. E sottolinea: “il rischio sovrano ricade sulle famiglie italiane”.
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, sottolinea che lo spread “non è giustificato” se si guarda ai fondamentali dell’economia italiana. Tria tira dritto e ribadisce che non c’è alternativa al deficit: “il costo del non deficit non ce lo possiamo permettere ne’ economicamente ne’ socialmente. Siamo convinti che il costo del deficit sia sostenibile e responsabile”. Per il ministro dell’economia la manovra ha il duplice obiettivo di contrastare il rallentamento della ripresa e di stimolare la crescita con il rilancio degli investimenti pubblici. L’obiettivo della legge di bilancio è quello di ridurre e colmare il gap di crescita con il resto dell’area dell’euro.
“Il deficit previsto non aumenterà anche in caso di minor impatto della manovra perché’ basato sulle previsioni di crescita tendenziale del Pil”, sottolinea Tria. Inoltre il ministro ha ribadito a chiare lettere: “Il governo non intende uscire dall’Europa e dall’euro. Non è mai accaduto che quando un paese europeo ha deviato dalle regole fiscali europee si sia discusso della volontà di appartenenza dei Paesi all’euro”.

Donato Bendicenti ne ha parlato con Alvise Maniero Movimento 5 Stelle, Mattia Mor Partito Democratico e Massimiliano Panarari comunicazione politica LUISS Roma

Deal or no deal

Mancano meno di sei mesi all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Molte le domande: cosa cambierà  per chi va a studiare a Londra e per le aziende? Tante le domande  e molte le incertezze. Standard & Poor’s ritiene che una eventuale Brexit senza un accordo tra Ue e Londra farebbe scivolare il Regno Unito in uno scenario di “moderata recessione con più basse prospettive di crescita a lungo termine”. Si stima “una perdita economica di circa il 5,5% del Pil su tre anni” rispetto a un divorzio da Bruxelles concordato. Intanto dal cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond è stato presentato il budget dove si dice “addio” all’austerity. Il 29 marzo è una data importante. In caso i negoziati per la Brexit fallissero la Commissione europea “agirà rapidamente” per fronteggiare il rischio per il funzionamento dei mercati finanziari considerando che a Londra viene trattata la maggior parte delle transazioni mondiali di contratti derivati. Donato Bendicenti ne ha parlato con Giovanni Sanfelice  Presidente Business Club Italia e Barbara Casu Lukac  Cass Business School Londra

Finale di partita?

Fine dell’austerity. Lo ha annunciato il cancelliere dello scacchiere britannico, Philip Hammond, nell’illustrare oggi alla Camera dei Comuni l’ultima manovra finanziaria prima della formalizzazione della Brexit di fine marzo a nome del governo conservatore di Theresa May. Hammond ha difeso i fondamentali dell’economia del Regno con la disoccupazione ai minimi. Il cancelliere ha parlato di miracolo britannico dell’occupazione. Inoltre con la crescita che continua, si è detto convinto che un accordo sulla brexit sarà trovato e ha giustificato “la dura politica di bilancio” degli ultimi 8 anni come “non ideologica”, ma giustificata dalle necessità imposte dalla “recessione ereditata” dai governi laburisti. Anche le stime di crescita fanno ben sperare. Questi i numeri. Nel 2019, anno della Brexit, secondo quanto indicato il cancelliere dello Scacchiere (ministro delle Finanze), Philip Hammond, il Pil del Paese salirà dell’1,6% e non dell’1,3% della precedente stima. Parlando alla Camera dei comuni, Hammond ha citato le cifre fornite dall’Office for Budget Responsability (Obr), l’organismo pubblico incaricato delle previsioni ufficiali. Un ottimismo anche per i prossimi anni con previsioni di un +1,4 nel 2020 e 2021, dell’1,5 nel 2022, dell’1,6 nel 2023. Anche sul fronte lavoro il segno è positivo con un +800.000 posti di lavoro entro il 2023, mentre Hammond rivendica un calo del deficit dal 10% sotto l’ultimo governo laburista all’1,4 indicato per il 2019: “il più basso da 20 anni”, dice il cancelliere. Donato Bendicenti di questo ha parlato con Donald Sassoon storico e politologo e Stefano Donati operatore finanziario City