Giro d’orizzonte

La presidenza della Camera ai 5Stelle. E’ la richiesta di Luigi Di Maio a Matteo Salvini per trovare l’intesa M5s-Lega sulla guida dei due rami del Parlamento. La stessa richiesta stata avanzata oggi nel corso dei primi incontri tra M5S e i gruppi parlamentari. Malumori nel centrodestra. Forza Italia teme un asse tra Lega-M5S ma il leader della Lega lancia parole distensive verso Berlusconi, rassicurandolo sulla volontà di un governo di cinque anni con il centrodestra unito. In attesa dell’avvio ufficiale della nuova legislatura e dell’inizio delle consultazioni al Quirinale, Donato Bendicenti fa il punto sui possibili scenari con i politologi Mauro Calise e Alessandro Campi.

Nel rispetto dei ruoli

“Fiducia nella democrazia in Italia e nel suo impegno nell’UE”. Così il commissario Pierre Moscovici torna a parlare del nostro paese ricordando però a Salvini e Di Maio che la regola del 3% è “una regola di buon senso”. Parole che hanno fatto piacere al leader cinquestelle: “c’è bisogno di messaggi distensivi” e assicura che “impiegheremo meno dei sei mesi della Germania per fare un governo”. All’indomani del vertice di centrodestra, Matteo Salvini apre al confronto con il Movimento 5 Stelle e ribadisce il no ad un governo con il PD. Diversa la posizione di Silvio Berlusconi che incontrando i parlamentari di Forza Italia dice: “Apro ai cinquestelle solo per cacciarli fuori”. Nel PD intanto si afferma la linea Martina dell’opposizione responsabile. Questi alcuni dei temi dibattuti da Donato Bendicenti e i suoi ospiti: Simona Bonafè (PD) e Lorenzo Fontana (Lega).

Visioni dell’Europa

Nel centrodestra, c’è attesa per il vertice di questa sera a Roma, a Palazzo Grazioli. Mentre Salvini, da Strasburgo, dove ha chiuso la sua esperienza da Europarlamentare, avverte: “Se necessario ignoreremo il tetto del 3%”. Di Europa ha parlato anche il leader dei cinquestelle, Luigi Di Maio durante un incontro alla stampa estera, attaccando duramente il ministro Padoan e definendolo “irresponsabile”. Il ministro in mattinata, al termine dell’Ecofin, aveva sottolineato come per la Commissione europea l’Italia è, in questo momento, “elemento di incertezza”. Il giorno dopo la direzione, i dem ribadiscono la loro linea: “Noi all’opposizione. Il governo tocca a Salvini e Di Maio”. Questi alcuni dei temi dibattuti da Donato Bendicenti e i suoi ospiti: Lara Comi (Forza Italia) e Sergio Cofferati (LeU).

Il giudizio sospeso

Unione bancaria sul tavolo dell’Eurogruppo a Bruxelles. Al suo arrivo il ministro Padoan ha dichiarato che “l’Unione europea faciliterà la transizione con il nuovo governo prima di un giudizio definitivo sui conti”. In Italia, dopo le dimissioni di Matteo Renzi, si è riunita la direzione del PD. Il vicesegretario Martina guiderà il partito in modo collegiale in vista dell’Assemblea nazionale e in linea con il segretario uscente dice “chi ha vinto non ha alibi, adesso deve governare. Noi staremo all’opposizione”. Nel centrodestra Matteo Salvini prende le distanze dall’apertura di Berlusconi anche al Pd per la formazione di un governo. Mentre il M5S chiede a tutti i partiti di collaborare a far nascere un governo per il bene dei cittadini. In Germania, è stato firmato l’accordo della Grande coalizione tra la Cdu della cancelliera Merkel, l’Unione cristiano sociale di Seehofer e la Spd guidata dal futuro ministro delle Finanze Olaf Scholz. Mercoledì la Merkel sarà eletta cancelliera dal Bundestag. Questi i temi dibattuti da Donato Bendicenti e i suoi ospiti: Brando Benifei (PD) e Raffaele Fitto (Noi con l’Italia).

Aperture parallele

“O c’è un governo che può governare o la parola torna agli italiani”. Così Matteo Salvini incontrando i neo-parlamentari della Lega. “Spero – ha aggiunto – che il Pd sia disponibile a trovare una via d’uscita per il paese”. Anche Luigi Di Maio ha riuniti i nuovi parlamentari Cinque Stelle mentre il PD si prepara alla direzione di lunedì. In attesa che il nuovo Parlamento si insedi e inizino le consultazioni al Quirinale ragioniamo su possibili scenari con i nostri ospiti: il politologo Piero Ignazi e Fabio Martini della Stampa.

L’attitudine alla responsabilità

Cerimonia della giornata internazionale della donna al Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio all’impegno delle donne protagoniste del cammino verso la progressiva conquista della parità  dei diritti e  ha posto l’accento sulla necessità  di continuare a profondere energia per “prevenire e impedire che le donne diventino il bersaglio dell’odio e del risentimento”. Poi Mattarella ha voluto lanciare un richiamo alla responsabilità : “Le donne, nella guida di questo processo politico di avanzamento, hanno saputo tenere bene in vista gli interessi generali, anche quando le dinamiche dei partiti inducevano alla contrapposizione e al conflitto. E’ un grande merito storico. Le donne parlamentari hanno spesso, all’occorrenza, saputo intendersi; e operare, impegnarsi, battersi insieme. Credo che questo rappresenti una lezione repubblicana. Abbiamo ancora, e questo riguarda tutti – e avremo sempre bisogno di questa attitudine; del senso di responsabilità  di saper collocare al centro l’interesse generale del Paese e dei suoi cittadini”. Richiamo, quello del presidente della Repubblica, che arriva in un post elezioni ancora tutto da definire. Mentre nel Partito democratico si esclude un’alleanza con il Movimento 5 Stelle e  si attende la direzione di lunedì nella quale verranno ufficializzate le dimissioni di Matteo Renzi che non parteciperà  alle prossime primarie. Domani più di trecento tra deputati e senatori M5S si riuniranno a Roma, un incontro organizzativo in cui si parlerà della burocrazia d’ingresso, dei regolamenti parlamentari e si inizierà  a fare un primo censimento sulle Commissioni. Intanto nel centrodestra  Matteo Salvini torna tra i banchi di un mercato a Milano per ringraziare gli  elettori e ribadire la sua ferma intenzione di governare. La giornata politica al centro della discussione tra Donato Bendicenti e le sue ospiti Silvia Fregolent (Partito democratico) e Maria Rizzotti (Forza Italia).

Così lontani, così vicini

In attesa che il Parlamento si insedi, Movimento 5 Stelle e coalizione di Centrodestra alla ricerca di una maggioranza che consenta la formazione di un governo. Le divisioni nel Partito democratico, dopo l’annuncio delle dimissioni di Renzi, aprono diversi scenari. Stamani Carlo Calenda è andato al Nazareno per iscriversi al Pd ribadendo: “Non sono l’anti-Renzi e se c’è alleanza con il M5S il mio tesseramento sarà il più breve della storia”. Sulla stessa linea Andrea Orlando: “Il 90% del gruppo dirigente è contrario ad un’alleanza con il M5S o la destra”. Intanto da Bruxelles, la Commissione europea fa sapere di voler dare più tempo all’Italia sul Def, il termine per la presentazione è fine aprile, qualora non ci fosse ancora un governo pienamente nelle sue funzioni ma, avverte, si registrano “squilibri eccessivi, un debito troppo alto e una bassa produttività che rallentano lo slancio delle riforme”. Questi i temi dibattuti da Donato Bendicenti e i suoi ospiti: Marco Conti (Il Messaggero), Giovanni Guzzetta (costituzionalista) e Tobias Piller (corrispondente Frankfurter Allgemeine Zeitung).

La Bussola, puntata del 6 marzo 2018

Dopo il voto, occhi puntati sui numeri per verificare le possibilità di formare una maggioranza. Primo banco di prova sarà l’elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato il 23 marzo. Salvini conferma di essere lui il candidato premier della coalizione di centrodestra che si presenterà compatta al Quirinale. Matteo Renzi, dopo l’annuncio delle dimissioni, torna a ribadire che il Pd deve stare all’opposizione e “se qualcuno la pensa diversamente, lo dica in direzione o nei gruppi parlamentari”. Intanto Luigi Di Maio torna nel suo collegio da vincitore per festeggiare in famiglia prima di riprendere l’attività politica. In attesa che il nuovo Parlamento si insedi e inizino le consultazioni al Quirinale ragioniamo sui possibili scenari con i nostri ospiti: Walter Verini (PD), Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), Giovanni Tortorolo (Askanews) e Ferdinando Nelli Feroci (presidente IAI).

L’ordine nuovo

Il giorno dopo le elezioni, il Movimento 5 Stelle sfonda al Sud e la Lega di Matteo Salvini stravince al Nord. Il Partito democratico al minimo storico e Matteo Renzi fa un passo indietro. In attesa che si completi lo scrutinio e i seggi vengano assegnati si comincia a ragionare su quali saranno le scelte del presidente della Repubblica e a chi verrà affidato l’incarico di governo. Donato Bendicenti ne parla con i suoi ospiti: Massimiliano Panarari (comunicazione politica LUISS Roma), Alessandro Campi (Storia delle Dottrine Politiche Univ. Perugia), Federico Geremicca (La Stampa), Andrea Bonanni (La Repubblica) e lo scrittore Gianrico Carofiglio.