Siamo qui a testa alta. E’ molto chiaro il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza a Bruxelles. “Non abbiamo mai considerato il 2,4% come un indice simbolico di sfida all’Europa, come un totem, ma sulla base delle prime proiezioni fatte era il saldo che ci poteva garantire il rispetto degli impegni presi con i cittadini, di non tradire la loro fiducia. Nel momento in cui si sono liberate altre risorse abbiamo agito di conseguenza e le abbiamo messe a fondamento di questa seconda proposta fatta all’Ue”. La via percorsa è stata il dialogo: “C’è stata un’interlocuzione con tutti, ho parlato con tutti i miei omologhi, i colleghi. Con alcuni più in dettaglio, con la Merkel ho avuto una colazione di lavoro, anche con Mark Rutte e molti altri”. Sulle modifiche
alla manovra economica “c’è stata qualche polemica, ma non ha ragion d’essere: le riforme sono quelle che abbiamo pensato. Abbiamo dimostrato una visione strategica, che è compito della politica:
abbiamo intercettato e anticipato una sensibilità sociale diffusa in Europa. Stiamo rispondendo a dei bisogni urgenti avvertiti dai cittadini, anche in altri Paesi. Mi piace anche confrontarmi con i miei colleghi. Per me è un onore presentare il progetto riformatore: l’Italia è così ambiziosa
che vuole realizzare riforme che sono state sempre annunciate e mai realizzate”. Intanto da Strasburgo è arrivata la notizia che il
giovane giornalista Antonio Megalizzi, rimasto ferito nell’attentato dell’11 dicembre non ce l’ha fatta. Donato Bendicenti ne ha parlato con Jacopo Barigazzi politico.eu e Fabio Martini La Stampa