Divisi dalla Tav

“Io sono qua non in polemica con qualcuno, l’opera deve e può essere rivista ma io credo che sia un’opera utile”. Lo dice il ministro dell’interno e vicepremier Matteo Salvini sul cantiere della Tav. “Non ci sono gli ultrà del sì o no Tav, il governo fa squadra e il rapporto con i 5 stelle è positivo e costruttivo”. La Tav, insiste, è “un’opera utile che può essere rivista, si può ridurre l’impatto ambientale ma è un’opera che serve”. La Torino Lione “toglie un milione di tir dalle autostrade, toglie inquinamento con tonnellate di Co2 in meno nell’aria”. Infine, conclude, “se costa la stessa cifra andare avanti o tornare indietro io preferisco andare avanti”. “Si stanno facendo tanti tunnel nelle Alpi. Tutti stanno andando avanti, noi saremmo gli unici che si fermano”, spiega Salvini. Intanto sul fronte economia il segno meno nell’economia italiana tiene il dibattito. Su questo interviene il ministro dell’Economia, Giovanni Tria “Non si vedono segnali di recessione in Europa, questa fase negativa ce l’abbiamo alle spalle, lo spread è sceso”. “Vedo la situazione in via di stabilizzazione, vedo la crescita legata ai nostri programmi di spesa, la capacità di sbloccare gli investimenti pubblici, sbloccando i cantieri e attivandone di nuovi”, ha aggiunto il ministro. “Utilizzeremo la cospicua quantità di fondi che sono disponibili – ha concluso – guardando anche a quelli già stanziati negli scorsi anni e non spesi. Ci sono le condizioni per guardare con relativo ottimismo”. Si avvicinano le elezioni europee e il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, ha lanciato la campagna istituzionale ‘StavoltaVoto.eu’. “Chi non vota ha torto. Non si può affidare ad altri la decisione del proprio futuro, quindi è importante che il maggior numero di cittadini vada a votare, a scegliere i propri rappresentanti per avere un parlamento ancora più legittimato, ancora più forte”. Oggi l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha presentato il manifesto ‘Siamo europei’ ad alcune associazioni europeiste. “Il Pd deve rimanere. Io non credo a quelli che dicono ‘leviamo il logo del Pd. La ‘cosa’ va fatta con la qualità nelle liste e non cancellando il Pd. Bisogna mettere in lista anche chi ha un suo ‘logo’ ma facendo

liste a prova di bomba. Le liste del Pd alle politiche erano di una qualità talmente scadente che hanno contribuito al cattivo risultato”. Donato Bendicenti ne ha parlato con Carlo Fidanza Fratelli d’Italia, Alessandro Amitrano Movimento 5 Stelle e Massimiliano Panarari editorialista La Stampa

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