Dopo i dubbi del presidente russo Putin, il monito del presidente del Consiglio europeo Tusk e l’appello del premier italiano Conte, arriva la posizione di Washington. Il Pentagono ha “esortato con vigore” la Turchia a “porre termine” alle operazioni in Siria. Con esse, Ankara “rischia gravi conseguenze”, ha avvertito il ministro della Difesa americano, Mark Esper, riaffermando il “valore delle relazioni bilaterali strategiche” tra Washington e Ankara.
La Turchia deve capire che “non accetteremo che i rifugiati siano usati come arma per ricattarci”, quindi “considero le minacce del presidente Erdogan completamente fuori posto” ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
In politica estera l’Unione europea si sta confermando “marginale, come la crisi siriana sta in queste ore dimostrando”. Lo ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella parlando della crisi siriana da Atene dove si trova per un vertice internazionale.
“L’Unione europea non puo’ accettare questo ricatto”. Cosi’ il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, commenta gli ultimi sviluppi sulla posizione della Turchia sulla enclave curda in Siria.
Sul fronte interno il dibattito è sulla manovra. “Stiamo lavorando su un piano anti-evasione. Sin dall’inizio serve un’indirizzo di politica economico-sociale forte, cercando di favorire l’uso della moneta elettronica e nella convinzione che ciò poterà all’emersione dell’economia sommersa”, dice il premier Giuseppe Conte.
Donato Bendicenti ne ha parlato con Fabio Martini La Stampa e Gianfranco Pasquino politologo